Piccoli passi fanno grandi cammini

Piccoli passi fanno grandi cammini

Il pellegrinaggio dei giovani bergamaschi da Assisi a Roma con il vescovo Francesco

In cammino dietro a Lui...9 giorni. 120 chilometri a piedi. 600 tra giovani e sacerdoti. Sono alcuni dei numeri che hanno caratterizzato l’esperienza dei giovani della diocesi di Bergamo sul Cammino della Luce da Assisi a Roma, ad agosto. Pellegrini sulle tracce dei pellegrini per eccellenza: i santi che su quelle strade hanno testimoniato la bellezza dell’incontro con Dio, da San Francesco a San Famiano, da San Pietro a San Giovanni XXIII. Per nove giorni un fiume di cappellini si è mosso attraverso sei tappe di cammino, precedute da una giornata ad Assisi e seguite dai due giorni romani. Dopo essere partiti dalla bergamasca la mattina di domenica 17, ci siamo ritrovati tutti nel duomo di Assisi, San Rufino, per la messa di inizio pellegrinaggio e la benedizione della croce che avremmo portato fino in Vaticano. Il vescovo Francesco nell’omelia ci ha subito fornito la chiave per cominciare bene: “Il pellegrinaggio non finisce mai in un luogo” ci ha detto “ma sempre in un incontro”.Angelus 24 agosto by Yuri Colleoni - Eco di Bergamo Ed è stato proprio così: giorni di cammino hanno significato sì fatica, ma anche condivisione, conoscenza, dialogo, sorrisi e incoraggiamento reciproco con chiunque capitasse al proprio fianco lungo la strada. Senza mai dimenticare di essere Chiesa in movimento: ogni giornata aveva i suoi punti fermi nella messa celebrata dal vescovo e nella preghiera delle lodi o dei vespri. Al mattino si partiva, zaino in spalla, lasciando il bagaglio nelle mani degli efficientissimi alpini che ci hanno accompagnati, e ci si metteva in cammino tra polverose strade in terra battuta, tratti di asfalto, sentieri in mezzo ai campi, fino ad arrivare alla meta stabilita. Una volta arrivati trovavamo alloggio in palestre e scuole, e allora era il momento di gonfiare i materassini, aprire i sacchi a pelo, mettersi in coda per la doccia, perché organizzarsi in 600 non è certo cosa facile! Eppure, quando dopo una giornata così ti accasci stanco sul tuo materassino, e in 600 giovani come te ti gridano la buonanotte, non rimpiangi la tua comoda ma solitaria cameretta di casa… e  poi via, il giorno dopo si rimette via tutto e pronti per un’altra giornata di cammino! Papa Francesco ci viene a trovare!Da Assisi a Deruta (con un breve collegamento in pullman fino ad Amelia), poi Orte, Gallese, Nepi, Formello e infine Roma. Ognuno di questi paesi ci ha riservato un’accoglienza splendida: chi dalle case salutava questo colorato serpentone e faceva domande, chi ci guardava incuriosito, e poi sindaci e vescovi che ci hanno fatto sentire tutto il loro calore. Ci è stato detto che per le comunità in cui siamo passati siamo stati un segno di speranza: una Chiesa giovane ed entusiasta, in cammino, buon auspicio per il futuro… una grande gioia ma anche una responsabilità! Intanto l’emozione di avvicinarci alla meta cresceva, finché nel pomeriggio di sabato 23 il profilo del colonnato di San Pietro è comparso davanti ai nostri occhi: e lì, nonostante i tanti chilometri nei piedi, è partita la corsa gioiosa fino alla piazza, per poi abbandonarsi ad abbracci e lacrime di emozione davanti alla basilica. La meta sognata era lì, ed era il momento della professione di fede sulla tomba di Pietro. Seicento magliette gialle si sono avviate in processione dietro alla croce sulla scalinata della basilica, sono entrate cantando dal portale centrale, hanno attraversato tutta la navata centrale e sono giunte alla Cattedra di Pietro, dove è stata celebrata la professione di fede. Professione di fede in San PietroNon c’era occhio che non fosse lucido: una grandissima emozione che non dimenticheremo facilmente! E il giorno dopo, domenica, la festa dell’Angelus, con la macchia gialla dei pellegrini bergamaschi, salutati con calore da papa Francesco con queste parole: “Siete bravi voi bergamaschi! Tornate a casa con il desiderio di testimoniare a tutti la bellezza della fede cristiana!”. Ma non era finita: quando nel pomeriggio abbiamo celebrato la messa in basilica, papa Francesco ha voluto farci sentire tutta la sua vicinanza e, per la gioia di noi pellegrini, ci ha raggiunti e ci ha invitati a continuare a camminare nella vita e, ha aggiunto, “non importa se si cade e si sbaglia, l’importante è rialzarsi e riprendere il cammino”. Non potevamo chiedere incoraggiamento migliore per il nostro ritorno, pronti ad affrontare la sfida di camminare sempre, con la rinnovata consapevolezza di non essere in cammino da soli ma in una Chiesa che c’è e che, lo abbiamo visto, ha entusiasmo e speranze per il futuro. Ricordando, come diceva papa Giovanni XXIII, che “la nostra vita è un pellegrinaggio, perché del cielo siamo fatti”.

Silvia Ferri