Parrocchia
SS. Gervasio e Protasio - BARIANO (BG)
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VITA DELLA
COMUNITA
Parrocchia SS. Gervasio e Protasio BARIANO
20 - 27 dicembre 2009
IV DOMENICA
DI AVVENTO: Dio viene come vita e gioia
I primi profeti del NT sono due donne: Maria e Elisabetta. Due
donne madri, con il grembo carico di cielo. Due donne, la
vergine e la sterile entrambe incinte in modo
"impossibile". Annunciano che viene ai mondo
"Qualcuno" che l'uomo non può darsi, per ché è dono
del cielo, dono di Dio. Ecco il grande annuncio del Natale.
"Dio si fa dono in Cristo all'uomo perché l'uomo abbia a
vivere la vita di Dio". Allora se vogliamo festeggiare
questa verità del Natale perché continuiamo a dire che la
promessa di una vita santa, bella e buona non è possibile? Dio
viene come gioia. Per due volte Luca ripete che il bambino
salta di gioia nei grembo di Elisabetta. Questa esperienza
avviene quando le due donne salutandosi si abbracciano. Questo
abbraccio fa nascere la stupenda preghiera del Magnificat.
Stupore e preghiera non nascono dalla solitudine, come la gioia,
nascono da un abbraccio, da una carezza, da un gesto di
tenerezza. Il nostro Dio ci ama cosi. Ha voluto nascere
nella nostra carne umana, una carne che vive se è accarezzata,
se è toccata con tenerezza. Una carne che è capace di vera
preghiera quando incontra affetto e amore. Oggi la tenerezza, la
carezza sono un po' impallidite, sono un "po' malate".
I comportamenti anche nell'amore sono sbrigativi, i contatti
fugaci, la comunicazione è affidata alla freddezza "dei
messaggini" dei cellulari, simili a telegrammi cifrati. La
carezza, l'abbraccio hanno senso solo se c'è l'anima. Altrimenti
è sfregamenti di pelle. Dobbiamo essere "belli con
l'anima". "Benedetta tu fra le donne". La
prima parola di Elisabetta è una benedizione che da Maria di
scende su tutte le donne. Benedetta sei tu fra le donne
poiché ogni donna è benedizione per l'intera umanità. Se
la donna fosse guardata così quanta violenza sarebbe eliminata.
Se imparassimo anche nelle nostre relazioni tra uomo e donna,
nelle relazioni quotidiane, a dire a qualcuno "ti
benedico" il nostro sguardo cambierebbe: guarderemmo al
prossimo con uno sguardo di bene, di stupore senza rivalità e
invidia.
Se non impariamo a benedire chi abbiamo accanto nella vita, a
guardarlo senza rivalità e invidia, non saremo mai felici. Il
Magnificat è il ringraziamento rivolto a Dio che vuole la nostra
vita santa e bella, non noiosa e mediocre. Per dieci volte Maria
ripete: è Lui, è Lui che guarda, è Lui che innalza, è Lui che
riempie, è Lui il centro del cristianesimo è ciò che Dio fa
per me e non ciò che io faccio per Dio, Maria è chiamata da
Elisabetta "Beata perché ha creduto", si è fidata di
qualche cosa che era "inverosimile, impossibile".
Elisabetta ha un rimprovero verso il marito Zaccaria. Maria è
beata perché ha creduto, Zaccaria è infelice perché non ha
creduto che potesse accadere per grazia e dono di Dio, ciò che
è inverosimile o impossibile all'uomo. Per questo resta muto. Si
può "restare muti" anche celebrando il Natale. Il
nostro sguardo è su Maria.
GLI AUGURI DEI BAMBINI DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA
..a partire da una storia che le nostre nonne a Bariano raccontavano...
Le nonne narravano la venuta dei
Re Magi ad adorare Gesù. Il racconto inizia ricordando che i
Magi erano quattro e partivano da quattro punti diversi. Tre
arrivano alla grotta e offrono a Gesù i doni. Il quarto non
riesce a rispettare i tempi di marcia: incontra molte persone e
alcune di loro hanno bisogno del suo aiuto. La pietà, l'amore e
l'interesse per il prossimo hanno il sopravvento. Artebano, il
quarto Re Magio, aveva uno scrigno con tre pietre preziose da
offrire a Gesù. Incontra un ebreo moribondo e offre la prima
gemma per aiutarlo. La seconda è donata per salvare un neonato
dalla strage ordinata da Erode e la terza, quando ormai stanco e
ancora errante, libera una fanciulla dalla schiavitù. A questo
punto il finale sconvolge: Artebano sì ritrova nei pressi del
calvario, dove Gesù di Nazaret, cioè il bambino che aveva
cercato per tanto tempo, sta per essere crocefisso. Ad un certo
punto guardò in alto. Una luce! Tra l'immensa tristezza e il
rammarico di non averlo potuto omaggiare con i doni, una voce gli
dice: "In verità io ti dico quanto hai fatto a ognuno
dei tuoi fratelli, l'hai fatto a me". La storia termina
così: un Dio che si fa uomo tra gli uomini ci dice "amatevi
gli uni gli altri". Tra le tante storie che a Bariano le
nostre nonne ci hanno raccontato questa è la più bella storia
d'amore. Continuiamo a raccontarci e a vivere queste storie
d'amore. Buon Natale a tutti.
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