Parrocchia SS. Gervasio e Protasio - BARIANO (BG)
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VITA DELLA COMUNITA’
Parrocchia SS. Gervasio e Protasio – BARIANO
17 - 24 gennaio 2010

IIa domenica del Tempo ordinario

Abbiamo tre protagonisti da contemplare in questo vangelo: Maria, Gesù e i servi.

Maria rivela essere una donna concreta, attenta ai bisogni degli altri e con buone capacità relazionali; questo le consente di accorgersi del disagio che vivono i servi e di riuscire a sapere che il motivo è la mancanza del vino (situazioni che si cercano di nascondere), il che rovinerebbe la festa buttando discredito sugli sposi.

Trovandosi in una situazione simile, ci può capitare di cominciare a spettegolare o a cercare un eventuale colpevole, sul quale scaricare il malessere che la situazione viene a creare. Maria preferisce cercare una soluzione, perché vuole bene a questi sposi. Condivide la sua preoccupazione con Gesù, ma forse questa situazione la porta a fare anche un'altra cosa più importante: invogliare il figlio ad esporsi e a buttarsi nella sua missione. Maria crede in suo figlio, nella sua interiore e santa potenza, come dice Balthasar, e crede anche che Dio può fare miracoli, perché l'ha sperimentato. Gesù non sappiamo se gli è capitato di farne. Non credo che si divertisse a cambiare l'acqua in vino a casa o gli uccellini d'argilla in passeri, come raccontano certi vangeli apocrifi. Mi piace contemplare un Dio che veramente si fa uomo, e vive tutta la sua fatica. Leggendo il vangelo sembra tutto semplice, ma provateci voi a fare il vostro primo miracolo! Per miracolo possiamo intendere anche qualsiasi cosa che facciamo per la prima volta. Per esempio uscire di casa, andare a scuola, imparare ad andare in bicicletta, la prima ora come insegnante, fare una operazione chirurgica, la prima predica, etc. Quale è stata la dinamica di queste esperienze? Per me c'è stato bisogno dell'intervento di una persona che credesse in me, nelle mie capacità. Qualcuno che, nel nome del Signore, mi dicesse: "Vai, fai, buttati".

Io contemplo Maria che dice a Gesù: - Fai qualche cosa, chiedi consiglio a tua Padre, prega, non possiamo premettere che questa festa di nozze sia rovinata per un po' di vino. - Lascia stare, non è ancora giunta la mia ora. - E invece sì, lo sento, non avere paura, ascolta ciò che lo spirito ti suggerisce di fare e buttati; io credo in te e che Dio è con te, coraggio, anche a me costa vedere che ti esponi perché, così facendo, rischio di perderti, ho paura di ciò che il mondo potrà farti, ma non puoi continuare a rimanere nascosto, hai già dei discepoli che ti ammirano. Dio ti benedica, figlio mio. Sicché la passione per l'uomo di Gesù lo porta a rischiare e ad esporsi per la prima volta. Il risultato è che i discepoli cominciano a credere in lui. D'ora in poi imparerà ad esporsi sempre di più, fino ad arrivare alla sua ultima e grand'esposizione: esporsi all'ostilità del cuore dell'uomo. Contempliamo ascoltandolo anche il servo: "Passi pure per il mettere acqua nelle giare, ma portarla poi a quello che mi deve pagare la giornata di lavoro, questo no. Se almeno quel Gesù m'avesse detto: "Portala a nome mio, è uno scherzo", ma così rischio di buscarle. E poi, perché proprio io? Siamo in tanti a servire". Come saranno andate le cose? I servi se ne sono accorti prima o dopo averlo portato che era diventato vino? Non lo sapremo mai, ma certamente questa è una bella lezione di fede e di abbandono.

 


MESSAGGIO DEL VESCOVO
Francesco Beschi
GIORNATA PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA
Domenica 17 gennaio 2010

Carissimi,

è con vivo piacere che faccio mia la bella consuetudine del Vescovo Roberto di comunicare con voi - cari studenti, genitori, educatori tutti - per condividere riflessioni e convinzioni sulla straordinaria avventura che si può vivere nella scuola quando al centro dell’azione educativa c’è l’uomo. Mi unisco all’autorevole coro di voci che da più parti - e sempre più insistentemente - richiamano la necessità e l’urgenza di una rinnovata sensibilità educativa come impegno prioritario del nostro tempo.

“L’educazione è una questione di esperienza: è un’arte e non un insieme di tecniche e chiama in causa il soggetto, di cui va risvegliata la libertà” hanno di recente scritto i vescovi italiani.

Nessuno può delegare ad altri la responsabilità educativa: in qualsiasi ambito di vita - famiglia, scuola, lavoro, parrocchia, oratorio, tempo libero, istituzioni civili, volontariato… - tutti sono chiamati in prima persona ad avere questa consapevolezza e a dare questo preciso indirizzo all’agire quotidiano.

Riprendo qui l’immagine con la quale nella Lettera alle famiglie dello scorso agosto vi dicevo: “Oggi per mangiare il pane buono e nutriente del Vangelo dobbiamo disporci alla fatica di macinare il buon grano della Parola e della Grazia, consapevoli che la farina macinata dai secoli si è esaurita nella madia del tempo…”. Allo stesso modo i grandi valori, patrimonio dei popoli e dell’umanità, non passano automaticamente alle nuove generazioni, ma vanno fatti nostri e rinnovati, vissuti, testimoniati e proposti attraverso un’opera paziente e una, spesso sofferta, scelta personale.

Sappiamo bene che non basta alla maturazione e alla formazione della persona memorizzare informazioni e incamerare conoscenze da restituire a tempo debito, a chi di dovere e nei modi giusti. Occorre invece che insegnanti e ragazzi camminino insieme, alla ricerca delle verità profonde nascoste nelle pieghe della storia, nelle sfide della scienza, nello sviluppo del pensiero umano, nell’intrecciarsi delle discipline.

Così la scuola diventa il mondo, un banco di prova non artificioso, dove i giovani possono sentirsi a casa, accompagnati con premura nella costruzione del senso critico e nell’apertura ai problemi dell’esistenza.

Allora il sapere prende vita.

In una scuola così orientata anche l’insegnamento della religione cattolica non è un corpo estraneo, qualcosa di aggiuntivo o di marginale rispetto alle altre discipline, ma risulta essere un’occasione privilegiata per la costruzione della propria identità, in un confronto sereno con se stessi e con i propri interrogativi esistenziali, in una rete di relazioni paritarie guidate verso la scoperta dei valori fondamentali.

Mi piace pensare a quest’insegnamento come ad un laboratorio attivo, dove la curiosità innata dei ragazzi possa diventare fucina di idee, passione per la verità, trampolino per conquiste interiori.

Un laboratorio che apre la possibilità di rispecchiarsi nella storia della nostra terra, della nostra gente, per trovarvi tratti familiari e conosciuti, che sono nostri, che ci appartengono perché la storia siamo noi. Ignorare o tagliare le nostre radici cristiane è come non permettere che la linfa vitale arrivi ai rami di una pianta, è come impoverire il nostro patrimonio genetico mettendo a rischio il futuro.

Il profondo rispetto della persona su cui si fonda l’insegnamento della religione cattolica, mentre prepara a scelte responsabili, apre alla percezione della vita come dono, al mistero che sfugge ai calcoli umani, alla speranza che supera la morte. Può essere davvero coinvolgente confrontarsi con esperienze religiose diverse che si intersecano ed arricchiscono, incontrare coraggiosi testimoni della fede, interpretare segni e gesti capaci di mettere in relazione con il trascendente. Per questi ed altri validi motivi raccomando a tutti voi di aderire all’insegnamento della religione e di sostenerlo con forza.

Tanti sensibili e aggiornati insegnanti - laici e sacerdoti - in ogni grado e ordine di scuola si dedicano con impegno ad accompagnare le giovani generazioni nella scoperta dei valori eterni e intramontabili annunciati dal Vangelo. Solo credendo in essi e vivendoli questo nostro mondo che cambia potrà continuare ad essere una casa vivibile con tante finestre spalancate verso un orizzonte che va oltre la storia degli uomini.



Esprimiamo la nostra
solidarietà e preghiera ai fratelli di
Haiti
colpiti così duramente


Domenica 24 gennaio

VENDITA TORTE

le offerte delle Messe saranno interamente devolute in favore dei terremotati.

Chi volesse contribuire offrendo una torta la consegni sabato 23 gennaio dalle 15 alle 17,30 al bar dell’oratorio


un grazie sincero
ai
“volontari pensionati”
che ogni anno realizzano
la capanna


Avvento di carità - Progetto Bethlemme:

Mercatino di Natale - 1480 euro
Ragazzi del catechismo - 600 euro
Bambini scuola dell’infanzia - 110 euro

 

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